Cosenza 2016, Guccione e il voto che non c’è

L’investitura di Carletto il maialetto a candidato a sindaco di Cosenza conferma per certi versi quello che in molti sostengono o paventano: a Cosenza è altamente probabile che non si voterà.

La rinuncia di Presta è stato un primo segnale. Lucio aveva accettato la candidatura dopo aver avuto rassicurazioni da Lotti e Minniti che la sua elezione a sindaco della città più corrotta d’Italia, sarebbe stata cosa facile. Un’autostrada dritta e senza “traffico”.

Gli avevano assicurato che Occhiuto, il suo unico e vero temibile avversario, non sarebbe stato della partita. E questo è sicuro. Ma i tempi, per evidenti necessità investigative, si sono allungati. Ed Occhiuto all’oggi risulta ancora in libertà. E questo gli ha creato ansia.

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Gli avevano inoltre garantito che a Cosenza sarebbe stato sostenuto da un larga coalizione (compreso Paolini) e che tutto sarebbe filato liscio. Una vittoria annunciata. Perché si sa che al manager dei vip piace vincere facile. Senza intoppi.

Ecco perchè aveva accettato di metterci la faccia. Ma più di una cosa è andata storta, a cominciare dall’unità decantata, e non corrisposta sul territorio. Cosa che Lucio, fin quando la questione era limitata al solo Paolini, era riuscito comunque a superare. A questo si è aggiunta la richiesta pressante degli alleati di mettere in campo una campagna elettorale con il botto. Che tradotto significa: Lucio, caccia a guagna.

Cosa che lui avrebbe fatto, ma con Occhiuto e Paolini ancora in circolazione chi gli assicurava che l’investimento sarebbe valso la candela? Questo rimandare l’intervento da parte della magistratura deve avergli fatto pensare che la possibilità che a Cosenza si voti sono veramente scarse.

Perché se l’operazione scatta dopo la presentazione delle liste è inevitabile che si ammunta tutto, visto il coinvolgimento di almeno tre candidati a sindaco (Occhiuto, Paolini, e ora anche Guccione). Dunque, investire in qualcosa che non ci sarà è da fessi. E Presta non lo è. Sarà anche miliardario, ma buttare i soldi così, è da scemi.

Ma i guai per Presta erano anche altri. Perchè a questi, già abbastanza grossi, si era aggiunto anche l’apparentamento dei cinghiali con Paolini. Apparentamento che lo aveva costretto a fare una esternazione cha ha inficiato definitivamente la già scarsa empatia tra lui e i cinghiali: “Non voglio i voti dei Gentile (i cinghiali, ndr)”.

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Un’esternazione alla quale neanche Minniti, che a Cosenza non conta niente, aveva potuto più porre rimedio. E per finire, ma in realtà si tratta del principale dei problemi: il non andare di pelo con molti del PD, nonché la perenne guerra interna di questo che tutto è tranne che un partito, tra Madame Fifì e Guccione. Che a loro volta hanno aperto un fronte con il cinghiale. In particolare Madame Fifì/Adamo contro il cinghiale.

Una guerra su più fronti, roba che Presta non poteva reggere. Anche se avesse vinto, come avrebbe potuto governare in questa situazione? Sarebbe diventato l’ostaggio perfetto per Madame Fifì, ricattabile da chiunque, e sempre in bilico in consiglio.

Siccome non è un fesso, ha pensato bene di rimettere il mandato a Renzi. Costringendo Guccione ad accettare la candidatura. Che come si sa è solo di facciata. E a confermare che quella di ieri è tutta una presa in giro, sono le stesse parole del maialetto Carletto che ben sapendo che se si votasse veramente, Occhiuto lo asfalterebbe, nonostante ciò dice: vinceremo al primo turno.

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Roba che neanche Jugale direbbe. Infatti, mi chiedo: chi voterebbe un porco come Guccione? Sono passati i bei tempi dell’affollato palco all’ultimo lotto, dove tutti festeggiavano felici e contenti. Provi ad andarci adesso all’ultimo lotto il porcellino. Non sono poi tanto convinto che troverebbe la stessa accoglienza che ha trovato alle regionali. Anche perché su queste elezioni e sulle primarie tarocco del PD Guccione dovrà spiegare molte cose. Perché non è solo Occhiuto che ha inciuciato con malavitosi e simili.

Che facciamo adesso? Possiamo mai dire che il malamente è solo Occhiuto?

Comunque, la prova che non si vota arriva direttamente dalla bocca di Carletto il maialetto quando dice che vincerà senza nessun problema al primo turno. Segno evidente che gli hanno detto, vai e non ti preoccupare: puoi spararle grosse quanto vuoi che tanto di votare non se ne parla proprio. Perciò il porco si è fatto avanti.

E’ tranquillo che può dire quello che vuole, tanto non rischia niente. E fin quando questo capitolo “operazione Cosenza” non sarà chiuso da parte della magistratura, preparatevi che ne sentirete una più grossa dell’altra. Alcune più grosse di lui. E ho detto tutto.

GdD