Cosenza. Gargamella e quel “muro di gomma” che ha fatto fuori (finora) 6 diesse e 10 allenatori

Alla vigilia della dodicesima (12^!!!) stagione alla guida del Cosenza Calcio, il presidente Guarascio meglio noto ormai come “Gargamella” è sempre alla prese con i soliti giochini. Gli stessi che nel corso degli anni hanno visto avvicendarsi 11 allenatori (Enzo Patania, Tommaso Napoli, Gianluca Gagliardi, Roberto Cappellacci, Giorgio Roselli, Stefano De Angelis, Gaetano Fontana, Piero Braglia, Roberto Occhiuzzi, Marco Zaffaroni e Pierpaolo Bisoli) e 7 direttori sportivi (Stefano Fiore, Ciccio Marino, Mauro Meluso, Cerri, Aladino Valoti, Trinchera e Goretti).

Ogni direttore sportivo che ha avuto a che fare con Guarascio s’è ritrovato a fare i conti, oggi come ieri, con lo stesso “muro di gomma” fatto di budget ridicoli (dalla Serie D alla Serie B, senza differenza di categoria…), di collaboratori “occulti” ma non troppo e di strutture mancanti sia per il settore giovanile sia per la prima squadra, problema atavico che nonostante i 12 anni trascorsi, non è mai stato risolto e che probabilmente è più grave degli stessi budget risicati con i quali il patron “costruisce” le sue squadre.

E’ molto facile immaginare che Goretti abbia chiesto garanzie su tutte e tre le questioni, così come hanno fatto in passato i suoi predecessori. I due anni di “guerra” con Stefano Fiore sono passati agli annali per i tira e molla con i quali Guarascio provava a prendere in giro l’ex nazionale e il suo collaboratore Aristide Leonetti, che si chiedevano (e si chiedono ancora) come possa andare avanti una società senza un settore giovanile, senza un centro sportivo e senza una scuola calcio.

Mauro Meluso, cosentino del quartiere Panebianco, è addirittura riuscito a rimanere tre anni portando avanti le stesse richieste e ottenendo le stesse risposte prima di accettare giustamente le proposte del Lecce e scaricare il nemico dei puffi, che per giunta e per “ringraziamento” gli ha pure aizzato contro la parte marcia della tifoseria. E poi, dopo di lui, hanno subito alzato bandiera bianca Cerri e Valoti prima dell’arrivo di Trinchera, che – grazie soprattutto alla gran culata della promozione in Serie B -, s’è sucato anche lui qualcosina in più di 3 anni ma senza mai riuscire a rompere neanche un mattone del “muro di gomma”.

Oggi tocca a Goretti, che è soltanto (sempre ammesso che rimanga) al secondo anno di “militanza” ma che è stato già “ammaestrato” a dovere da chi di competenza. Non a caso si circonda di faccendieri allenatissimi con la lingua e con le mani e che gli stanno dicendo come fare per riuscire a far breccia nel “cuore” della bestia strappando qualche concessione che a nessun altro è stata mai accordata.

Ovviamente, tutte queste manovre più o meno sottotraccia e sottobanco, non ci entusiasmano neanche un po’ e sono sempre e comunque funzionali agli obiettivi di cui sopra: risparmiare sul budget, evitare di investire per le strutture e per il vivaio e lasciare nella stessa posizione di influenza i consigliori più o meno occulti di Guarascio. Noi non sappiamo se alla fine della giostra Goretti e Bisoli riusciranno ad essere riconfermati e con quali garanzie o se saranno rispettivamente il 7° diesse e l’11° mister fatti fuori ma sappiamo con certezza che il percorso di Guarascio nel Cosenza non cambierà di una virgola. Questa è o per dirla con un motto che ultimamente piace sempre di più a Gargamella: altro che chiacchiere…