Lettere in redazione: “Meglio leggere Iacchite’ che comprare un giornale”

Oggi più che in passato abbiamo bisogno di certezze, lo diciamo spesso. Il problema è che da un paio di decenni i politici giocano con le nostre vite e con i fondamenti stessi delle nostre “idee” e del nostro “sapere”.

La loro sfida era quella di produrre idee intelligenti, dando loro una voce “umana”, ma non sono riusciti nell’intento anche perché non hanno assunto veri professionisti delle lettere come scrittori, sceneggiatori, poeti e comici: quantomeno per dare risposte scherzose ed ironiche alle domande più assillanti dei cittadini.

Ogni politico è buono o cattivo allo stesso tempo a seconda di come si comporta, è buono se impara dalle intenzioni dei cittadini per evitare eventuali abusi, è cattivo se l’obiettivo a lungo termine è adattarsi ai gusti degli (utenti) elettori.

Ma sono proprio quei partiti e il loro modo di selezionare la classe dirigente che hanno prodotto la situazione attuale, ritenuta da tutti non all’altezza, tanto più se sono arrivati addirittura “all’accattonaggio” dei voti.

Ne consegue che cresce l’astensionismo anche perché la politica oramai non è più in grado di informare in modo semplice il cittadino, lontano dal linguaggio e dal mondo politico, per non escluderlo totalmente.

Ma un po’ di “colpa” è anche del giornalismo che avrebbe il compito di informare per cercare di far partecipare chi rimane ai margini rispetto alla sfera politica, come quello di rappresentare i diritti dei cittadini dinanzi alla politica, promuovendo un’informazione attiva, che vigila sul comportamento delle istituzioni politiche e ne denuncia eventuali comportamenti che rispecchiano corruzione e scandali.

Un giornalismo che svolge la funzione di watchdog (cane da guardia che tutela il pubblico interesse (come bene fa Iacchite’), che sceglie e condiziona il dibattito politico con temi e argomenti intorno ai quali si anima il dibattito politico, se non altro per far confrontare i politici agli occhi dei cittadini.

Una responsabilità certo, poiché il sistema mediatico ha un’influenza non di poco peso sul sistema politico, infatti non è erroneo dire che quest’influenza produce degli effetti, sia sulla sfera politica, sia sui pensieri e sulle azioni politiche dei cittadini.

Meglio questo che leggere un giornale e avere l’impressione di non aver appreso nulla o comunque di non aver acquisito notizie più significative di quelle che può dirci un amico o un collega.

Salvatore D’Acri