Metro leggera, quello che nessuno vi aveva mai detto (prima parte)

DOSSIER METRO LEGGERA

(tratto da Hey!Now)

Un progetto infrastrutturale redatto nel 2001 e salutato negli anni dai rappresentanti politici di tutti gli schieramenti come “strategico” per l’intera area urbana, è oggi avversato dalla gran parte degli abitanti dell’area urbana Cosenza-Rende, poiché minaccia di diventare l’ennesimo buco di bilancio da ripagare con anni di tasse alte e abbassamento generale della qualità di vita.

La notizia cattiva è che il megaprogetto “Sistema di Collegamento metropolitano tra Cosenza, Rende e Università della Calabria”, si farà. Infatti,  è stato cofinanziato dall’UE fin dal lontano 2012, e prevede un investimento di 160 milioni di Euro, già deliberato dalla Commissione Europea con decisione C(2012) 6737 del 27/09/2012.

sesta

I costi dell’investimento saranno così ripartiti: € 144.249.493,00 a valere sul POR Calabria FESR 2007/2013 Asse VI Reti e Collegamenti per la Mobilità Regionale, e € 15.750.507,00 per cui è prevista la copertura finanziaria mediante contributo a carico dei soggetti gestori dell’opera attraverso il ricorso allo strumento della locazione finanziaria (leasing strumentale).

Sulle stime del progetto sorgono però molte perplessità. Per esempio, la popolazione target della conurbazione Cosenza-Rende è stimata in 107.000 persone e 197.000 spostamenti, di cui circa l’89,7% con autovetture, 2,7% con motocicli e solo l’1,2% con mezzi pubblici. Oggettivamente, le stime appaiono inverosimili.

I dati salienti invece non sono mai stati adeguatamente discussi in pubblico. Il tracciato ufficiale è stato sempre generico e avvolto dal mistero, e le uniche elaborazioni grafiche che circolavano sul web erano sempre a bassissima risoluzione e illegibili. L’esempio qui sotto ne è una prova.

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Per come chiunque può facilmente verificare, comunque, il tracciato è ad altissimo impatto ambientale, economico e sociale, poiché va a stravolgere l’intero assetto urbanistico con un semplice tratto di penna.

Nonostante ciò, la Regione Calabria ha deciso di non sottoporre all’ulteriore procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (Via) un’infrastruttura “strategica” come la metropolitana leggera. Una decisione indubbiamente grave, già indizio di per sé di un’inaccettabile carenza progettuale, che pertanto non tiene conto dell’inquinamento atmosferico, elettromagnetico e acustico prodotto dall’infrastruttura, né tantomeno considera le prevedibili conseguenze urbanistiche in termini di congestionamento del traffico e, quindi, di inquinamento atmosferico. Infatti, il progetto della metropolitana non sostituisce, ma si affianca a quello degli autobus urbani, alle circolari veloci interurbane e ai pullman di linea.

Si deve inoltre considerare che l’art. 51 del d.p.r. n. 753 del 1980 prevede che la distanza minima per le costruzioni “lungo i tracciati delle tramvie, ferrovie metropolitane e funicolari terrestri su rotaia”, sia di 6 metri dalla più vicina rotaia. Tale limite è aumentabile se serve a rendere libera la visuale per la sicurezza della circolazione nei tratti curvilinei.

Ciò significa che la metropolitana leggera sorgerà proprio a ridosso dei palazzi o nel bel mezzo di strade, e trasformerà numerose parti della città in strade monofunzionali occupate esclusivamente dalle infrastrutture della metropolitana leggera. Come conseguenza, non ci sarà più spazio per marciapiedi larghi nè per le corsie di sosta laterali, e verrà cancellata quindi parte della domanda di mobilità da alcune aree urbane attualmente servite da offerta adeguata. Le persone dove potranno parcheggiare le auto?

In queste ora si discute della sparizione di Viale Parco a Cosenza, ma nessuno sa ancora dell’idea ben più sofisticata di “ferrare” ogni angolo libero di città, buttando di fatto nel fiume le automobili.

quarta

Nessuno neppure ha finora parlato delle deroghe ai vincoli ambientali e paesaggistici, ex art. 142 d. lgs 42/2004 previste dal progetto. Si tratta di aree di rispetto di 150 metri dalle sponde dei fiumi, torrenti e corsi d’acqua iscritti negli elenchi delle Acque Pubbliche. Tale vincolo vale – per esempio – per la zona dei “Due Fiumi”, dove buona parte dell’area è a vincolo paesaggistico e, pertanto, inedificabile.

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E neppure si parla dell’estesa area della necropoli romana nei pressi della vecchia stazione ferroviaria di Cosenza, documentata fin dal 1844 sulla sinistra idrografica del Fiume Crati, sulla quale si è deciso invece di far sorgere uno degli snodi chiave della metropolitana leggera (c.d. “Porta Sud – I due Fiumi”), in barba ai vincoli archeologici di inedificabilità insistenti sull’area. La Soprintendenza ne è al corrente?

pen

(1 – continua)