Mimì e Loredana, sorelle per sempre: il memorabile tributo della Rai alle Bertè

Sono state due ore irripetibili, nel corso delle quali sono passate davanti ai nostri occhi le immagini e le parole più belle di Mimì e Loredana Bertè: un omaggio di grande spessore che la Rai ha voluto regalare (e regalarsi, con un bel “colpo” da due milioni e mezzo di spettatori con il 18% di share) ai fan delle due “primedonne” calabresi.

Certo, erano diverse forse anche opposte come scrive Aldo Grasso (Loredana e Mimì: il mito pop e opposto delle sorelle Berte) ma non c’è dubbio che siano entrate entrambe allo stesso modo nella leggenda della musica e dell’arte italiana.
Techetechetè Super Star ha tirato fuori dagli archivi di mamma Rai “pezzi” inediti destinati a diventare veri e propri “cult”. A partire dalla prima incisione della diciassettenne Mimì in versione ye-ye: “E ora che abbiamo litigato (per una stupidata)”, anno di grazia 1964. Per continuare con le prime apparizioni di Loredana: da “collettina” di Rita Pavone a giurata di Canzonissima 1968 con tanto di ingresso in Vespa dietro Paolo Panelli e di complimenti di Walter Chiari. E con un ricordo bellissimo di Luciano Salce, che ha rievocato i cori di Mimì e Loredana nel 1970 in “Per un pugno di samba”, il quinto album inciso dal musicista brasiliano Chico Buarque, parodia dei successi delle colonne sonore del maestro Ennio Morricone, che partecipa e dirige: un’altra “perla” per gli appassionati. Con l’autore e Morricone che ringraziano “le… italiane Mimì e Loredana “Lolò” sorelle brave come belle”. Techetechetè ha cercato accuratamente tutte le occasioni nelle quali Mimì e Loredana sono apparse insieme in tv. Un Pippo Baudo d’annata a “Montecatini Folies” interroga le due sorelle: “Non ci sono gelosie tra voi due? Non vi siete ancora scannate?”, scherza il conduttore. Entrambe rispondono di no, quasi all’unisono. Prima di cantare lo stornello romano “Te possino dà tante cortellate”… E che dire dell’esecuzione di “Dedicato” di Loredana (scritta da Fossati) con Mimì alla chitarra? Fantastica!Mimì e Loredana hanno cantato in “coro” per anni. C’è stato, a dire il vero, un periodo in cui si sono separate, a causa di un litigio, ma è durato ben poco. “È vero che un tempo non vi parlavate?”, chiede Claudio Sorrentino nel 1983 in uno spezzone di “Tandem”. “Sì. Ma se vuoi litighiamo adesso in diretta”, risponde Mimì, dando prova di essere anche ironica.

E poi il duetto a Sanremo 1993, “Stiamo come stiamo”, dove Loredana, almeno la prima sera, non era stata per niente intonata ma non per questo non si era “guadagnata” la comprensione della sorella più grande. “Mi ha fatto tenerezza, sembrava una bambina. Ha una grinta dolce, persino disarmante, l’avrei mangiata di baci. Non una grinta cattiva, isterica sì, ma tenera…”.

La popolare trasmissione di Raiuno naturalmente ha tirato fuori qualche estratto della Loredana “bambola erotica” dei primi tempi, soprattutto da “Bambole non c’è una lira”, ma anche le interviste nelle quali si ravvedeva e voltava pagina, con la “chicca” del commento di Raimondo Vianello, rammaricato (come da copione) di non vederla più “svestita”: anche questo è “cult”. Così come, passando dal profano al sacro, due esibizioni di Mimì in versione cattolica praticante: “Gesù è mio fratello” e “Dio c’è”. Che sinceramente in pochi conoscevano.Tra le altre perle riproposte, oltre ai successi più famosi, vanno citate di diritto per Mimì “Io donna, io persona” (un bellissimo testo sull’emancipazione della donna) ma soprattutto “Guarirò guarirò”. Si tratta di un brano molto originale scritto da Mimmo Cavallo: una canzone dal testo surreale con la linea vocale che sembra cucita addosso al testo e alla ritmica, e viceversa. Ironia caustica sull’ingegneria genetica e gli esperimenti che iniziano proprio negli anni Ottanta: un lavoro decisamente “troppo” lungimirante ma straordinario nel prevedere certi eventi. Di Loredana invece si riascoltano dopo decenni “Folle città” e “Fiabe”. Il primo brano anticipa il degrado morale delle metropoli, il secondo è una forte denuncia contro la violenza sulle donne. Vere e proprie perle dimenticate della canzone italiana.

Poco prima di morire, Mimì rilascia un’accorata e sincera intervista. “Cos’è il domani per me? Bella domandina che mi pongo spesso. Non so se lo voglio sapere. Comunque, oggi lo vedo meno buio di qualche anno fa”. Probabilmente Mimì non mentiva, anche se l’epilogo è stato quello che è stato. Il finale è un turbinio di immagini che ripercorre in pochi secondi la sua vita e il flash finale è come se ci riportasse all’inizio di questa storia: Mimì scende da un treno e vede la scritta “Bagnara”, lì dove tutto è cominciato. Nella sua e nella nostra Calabria.