“Scuola-lavoro: buona per i padroni”. La protesta degli studenti comunisti

«Scuola-lavoro: buona per i padroni – Salario e tutele per gli studenti»: questo lo slogan delle azioni promosse negli ultimi giorni dal Fronte della Gioventù Comunista (FGC) in diversi istituti della provincia cosentina. Il FGC ha infatti lanciato, proprio in questi giorni, una campagna nazionale di agitazione contro lo sfruttamento degli studenti in alternanza scuola-lavoro.

«Il recente arresto di sei imprenditori accusati di aver sfruttato la manodopera di 2700 studenti non è un caso isolato, al contrario emerge sempre più la vera natura dell’alternanza scuola-lavoro voluta da Renzi» – ha affermato Mattia Greco, studente dell’IIS Valentini e militante del FGC.

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«Ci raccontano che l’alternanza scuola-lavoro serve a combattere la disoccupazione giovanile, ma in realtà a trarne vantaggio sono soltanto le imprese private, e troppo spesso gli studenti vengono ridotti a manodopera a basso costo senza diritti né tutele di alcun tipo. Spesso le mansioni sono dequalificanti e non si acquisisce nessuna competenza che in futuro sarà spendibile in un mondo del lavoro precario come quello costruito dal Jobs Act. A partire da quest’anno si sbloccano i 100 milioni previsti per i progetti di alternanza, ma tutto tace sulla Carta che dovrebbe definire i diritti degli studenti in stage, prevista dalla buona scuola e che attendiamo ormai da settembre».
Una vera e propria palestra di precarietà, secondo il FGC, che chiede più diritti per gli studenti in alternanza scuola-lavoro: «Stiamo lottando per rivendicare un salario minimo per gli studenti in stage e degli orari massimi di lavoro compatibili con la funzione formativa dell’alternanza. Vogliamo più trasparenza e partecipazione di studenti e insegnanti nella scelta dei progetti, contro l’arbitrio dei Presidi-manager che oggi possono decidere tutto da soli stringendo autonomamente gli accordi con le imprese».
Info: https://www.facebook.com/fgc.cosenza/
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